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venerdì 24 gennaio 2014

Come superare la paura di suonare in pubblico


Paura di suonare in pubblico
Spesso sul mio canale youtube mi scrivon ragazzi molto giovani che inizian così le loro mail “Ho paura di suonare in pubblico, come faccio a non tremare e a non sbagliare”?

Nel mio caso il timore d’esser guardato mentre suonavo iniziò fin dai primi tempi in Conservatorio.  Il prof di Flauto voleva che tutti gli alunni della sua classe fossero presenti alle lezioni, in questo modo anche un semplice esercizio di riscaldamento doveva esser fatto davanti agli altri e dato che ero al mio primo anno di studi musicali, quindi un ragazzino di 11 anni, ogni volta tutt’attorno a me c’eran ragazzi e ragazze molto più grandi, alcuni vicini al Diploma. La sensazione di panico non s’attenuò con il passare dei mesi e  il timore d’esser giudicato, di sbagliare, di far brutta figura, era sempre fortissimo. Poi un giorno il prof mi disse “Guarda che tu non suoni per gli altri, ma per te stesso. Se tu stai suonando un qualsiasi brano, lo stai facendo perché ti piace farlo. Questa sensazione  di benessere di felicità interiore tu devi averla sempre quando suoni.  Sei nella tua cameretta e stai iniziando a suonare le Scale per scaldare le dita?
Falle al meglio, senza fretta, curando ogni dettaglio, ed essendo felice di farlo. Il suono dovrà esser bello, pieno, caldo, intonato, espressivo. Dai a te stesso quello che vorresti ti desse sempre un musicista quando suona: benessere”.
Dopo questo ragionamento del mio insegnante cominciai a vedere la musica in maniera del tutto diversa,  dovevo, innanzi tutto, suonare per me! Se mi fossi divertito io, forse anche un qualsiasi ascoltatore  avrebbe provato emozioni positive.
Vicino a casa mia c’era un giardino pubblico immenso, il “Parco Ducale” di  Parma. 

Che sarebbe successo se mi fossi messo a studiare in un angolino di questo storico luogo e con il pericolo di esser visto? Mi immaginavo la gente che si avvicinava, che giudicava, che mi  criticava, ero atterrito! Ma decisi di provare. Presi la bicicletta, e con la borsa in spalla con dentro flauto e leggio andai al Parco. 
La bella giornata di primavera aveva fatto riempire quest’enorme area verde che, tutt’ora, è uno dei posti più belli e suggestivi della città. Trovai il posto meno frequentato e più lontano possibile da ogni forma di vita. Timidamente tirai fuori il flauto, tremante iniziai a suonare e…sorpresa…non accadde assolutamente nulla! Io suonavo guardando la musica e cercando di stare concentrato e la gente continuava a comportarsi esattamente come prima. Passarono un gruppetto di attempati signori che facevano footing e non mi degnarono di uno sguardo, un signore con  il cagnolino si fermò un istante mi sorrise e continuò la sua passeggiata, un gruppo di ragazze che a me bimbo di 11 anni parevano delle “gigantesse”, passarono correndo…insomma…nessuno fece nulla di tutte le cose terribili che mi ero immaginato.  Semplicemente in un angolino di un parco pubblico immenso, un ragazzino stava scoprendo che suonare è una cosa semplice, naturale. Questo piccolo esempio vale anche ora.  Se qualcuno si vuol fermare ad ascoltarti  lo farà, ma non esiste un solo motivo per temere chissà cosa. 


Le maggiori paure infatti, sono quelle che ci creiamo noi stessi. E così il mio modo di suonare, gradatamente migliorò, le braccia diventaron più rilassate, non sentivo il solito dolore alle spalle dovuto alla tensione e il suono si era stabilizzato e potenziato. Da quei giorni di quasi 40 anni fa, la musica per me è stata questo: divertimento per me stesso, per la mia mente, il mio cuore, il mio corpo, poi se c’è un pubblico bene, se non c’è nessuno va benissimo lo stesso. Sono felice su un palco, come sono felice studiando in casa, come dovrebbe essere per tutti i musicisti.

Quindi se suoni uno strumento e sei all’inizio divertiti sempre, anche mentre studi esercizi che ritieni noiosissimi. Crea dentro di te l’emozione dell’ascolto, rendi bello ogni suono, sorprenditi nel capire che ogni nota compone un puzzle meraviglioso e che se manca un solo pezzettino il quadro non sarà completo. Tu sei il pittore di un opera che arriva direttamente al cuore di chi ti ascolta e se non c’è pubblico, quell’opera che hai realizzato sarà comunque per te stesso. E questo è un grande traguardo.

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